sabato 18 aprile 2015

Gambe all'aria

Mancavano 10 maledetti km. Poi quella curva. A sinistra. A destra ghiaia. E poi il vuoto. Come ce ne sono tante. Vedo arrivare il camioncino. Rallento. Vedo un pickup bianco alla mia sinistra. Supera in curva? Davvero? Siamo in Laos... succede. Mi allargo. Non ci passa. Mi costringe ad uscire di strada. Mi butta fuori! Slitto sulla ghiaia. Alla Pedrosa nei suoi primi circuiti di MotoGP. Foga sportiva la sua. Sfiga la mia. Vedo il vuoto. Mi decido. Devo assolutamente frenare. Cerco di appoggiare lo scooter sul fianco per causare meno danni. Mi trascina con lui. Sono a terra. Botta. Dolore. Il pickup non si ferma. Ma ho la targa. Due simboli. Tre cifre. Cinque. Otto. Nove. Impresse. E poi quella scritta in cinese. Quei simboli. La bandiera rossa. Le stelle gialle. Maledetti cinesi! I ragazzi sul camioncino si fermano. Vomito. Caricano me e il miracolosamente illeso scooter. Vomito. Di nuovo. Mi portano all'ospedale di Nakai. Cinque donne. Due bimbi. Un paziente. Ospedale di campagna. Aspetto la dottoressa. Sta allattando. Mi medicano. Mi cibano. Mi coccolano. Tutto per meno di cinque franchi. Alla faccia della franchigia. Solite domande da parte della dottoressa... nome... cognome... età... nazionalità... l'incidente... dolori... se sono sposato... cosa ne penso delle ragazze Lao (un gran bene, ndr)... se penso di tagliarmi la barba... Diagnosi incerta. Bisogna tornare a Thakhek per le radiografie. Casella di partenza. 100km. Probabile frattura alla clavicola. Ambulanza? Impossibile. Rimane il problema scooter. Devo riportarlo in città. Scelta incoscente all'orizzonte. Mi faccio dare tutti gli antidolorifici presenti nel dispensario. Alcuni datano 1947. Fatto come neanche ad un Energy con dj Snowman negli anni novanta prendo la decisione. Guiderò fino a Thakhek. Vogliono fasciarmi il braccio al petto. Roba da fighetti. Roba da tedeschi. Roba da Kaiser Franz. Niente fasciatura. Ho bisogno di quel braccio per correre. Corro come un folle. Sento contorcersi le mie budella. Ho male anche all'anima. 100km. Una pausa. Anzi no!

Capodanno... la gente ti ferma per strada... ti abbraccia... ti riempie d'acqua... maledetti gavettoni... maledetto capodanno... loro non sanno... Arrivo all'ospedale bagnato fradicio. Alla reception, sotto il cartello Salle d'attente Urgences, il tirocinante mi fa capire che non sono il benvenuto, che non sa dove sia l'ospedale e che sono pieni di lavoro. Dopo aver utilizzato tutti i Santi presenti in otto paradisi differenti mischiandoli sapientemente con gran parte degli animali, soprattutto il buon vecchio porco, della vecchia fattoria del caro zio Tobia... spiego all'idiota cosa mi é successo e che se non mi faceva entrare probabilmente l'avrebbero usato alla facoltà di medicina di Vientiane come cavia nel corso di lesioni interne mortali causate da vari corpi contundenti. Sono in lista d'attesa. Quando il primario mi chiede se parlo francese comincio a lacrimare sangue. Miracolo. Radiografia. Frattura. Non completa ma frattura. Due medicamenti e una fasciatura. Non sono convinto. Prenoto la miglior camera in città. Piangere nel lusso. La decisione é presa. Dopo 24 ore prenderò un bus direzione Vientiane. 7 ore di viaggio. La clinica francese come obiettivo primario. Cocktail di farmaci nello stomaco. Un americano come spalla. Diagnosi confermata ma mi viene imposto il famoso zainetto... Dalle due alle tre settimane di stop. Niente sport mi raccomando. E chi aveva mai pensato di fare dello sport? Mi sento rassicurato. Dolorante decido che nulla mi fermerà. Mi do 48 ore di riposo condite da ottima cucina italiana. Pizza ieri... Pasta oggi... Ristorante Ai Capone. Proprietario italiano... Cuoco italiano... Pizzaiolo napoletano... Napoli is not Italy. Scelgo un dormitorio. Gruppo compatto. Gente giusta. Gente strana. Mi aiuta. Mi sostiene. Rimedi naturali in balcone prima di dormire. Niente tabacco. Jah bless. Finalmente dormo. Sogno. Sogno il grande Sud... Sogno le 4000 isole... Ci arriverò. Ammaccato ma ci arriverò. Eccome se ci arriverò. Unstoppable. Nonostante tutto.

Consiglio barbuto: non andate alla polizia... non serve a nulla. Cinque poliziotti e due bottiglie di whiskey LaoLao. Al terzo "sicuro di voler fare la denuncia?" ringrazi per il tempo concesso e auguri un buon anno. ACAB.

Backpack and Beard... Vientiane, Laos... Stay tuned!


99 Luftballons

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