giovedì 5 marzo 2015

Patente e libretto

Circuito Ko Samet, ore 12:30, GP del Siam

Possiamo girare intorno alla questione tutto il tempo che volete. Ma se sotto il culo di un pilota italiano mettete una due ruote di nipponica ingenieria possono succedere solo due cose... si vince o si stravince! Cavalco per questa occasione un'Honda 125 automatica. Viola, bianca e arancione. Il numero sulla carrozzeria é il 77. Le gambe delle donne. Badate bene che non si tratta di uno scooter... é una pantera affamata. Sono pronto. Leggerezza e conoscenza del circuito per loro... sorpassi avventati e potenza motore per il sottoscritto. PR46. Call me The Doctor. La categoria é quella della 125cc. Il circuito é quello infernale, tutto un sali e scendi, di Ko Samed. Gli avversari sono i soliti. Gli spagnoli, gli australiani e qualche yankee. Le novità all'orizzonte si chiamano Russia, lenti e prevedibili, e Cina, giovani ed imprevedibili. Poi loro... i padroni di casa. I Thai. Abili, scaltri, arroganti, subdoli, abituati al circuito e soprattutto con un peso medio di un terzo di Pedrosa. Ostici. Si parte dalla punta Sud di Ao Karang per arrivare, dopo 7km tortuosissimi sotto il sole rovente di Thailandia, all'arrivo nella località balneare di Ao Phra. In mezzo curve mitiche come il cavatappi di Ao Nuan o la doppia chicane di Ao Chan. Il cemento che si mischia con la terra. Il sole. Il vento. Dura. Durissima. La tecnica é sempre quella... andare più forte degli altri. Si accendono i quattro semafori verdi. Partiti. Il gruppo rimane compatto per i primi chilometri... un russo cerca la fuga con un mezzo ai limiti del regolamento. Un golf kart. Ripreso subito. Al quinto chilometro una famiglia nordica e due coppie di thailandesi a bordo di orribili scooter Scoopy (l'ovetto, ndr) fanno il vuoto. Li perdo nella mischia. Bisognava superare un carretto di pregiato cibo thai. Maledetto. Sono quarto. Tristemente quarto. Controllo dietro di me. Il vuoto. So già quello che devo fare. Recuperare terreno ed attaccare al cavatappi in salita di Ao Nuan. Lo so io. Lo sanno loro. Continuano a correre come matti. Eccoci. Le due coppie neanche se ne accorgo. Corsia opposta. Gas al massimo. Para fuera. Sverniciati! Ancora 50 metri di salita. Non mollo la corsia opposta. Facile. Troppo facile. Ravasi c'é! Ravasi c'é! O meglio ci sarebbe stato. Fermato dai giudici di gara. Sorpasso con bandiera gialla e limiti di velocità al rientro ai box non rispettati. Se solo fosse una gara. Mi sveglio dal mio delirio motociclistico. Davanti a me una guardia forestale. Decisamente non ha apprezzato la mia esuberanza. Mi vengono contestati i sorpassi im zona di divieto e un simpatico 70km/h su una a zona a 30. Non contesto. Ramanzina. Lavata di capo. Squalifica. Torno a casa. Nessun punto per il mondiale. Accendo il mio bolide. Rispetto i limiti per qualche chilometro. Ragazze all'orizzonte. Autostop. Gentiluomo quale sono mi fermo. Le carico tutte e due (ieri notte eravamo in quattro sullo stesso scooter, ndr). Non vedo nessuna guardia forestale. Ricapitolo... nessuna patente... uno scooter... due studentesse. La mia vittoria.

Consiglio barbuto: come diceva un poeta conosciuto sotto le armi... "non puoi conoscere il significato della parola libertà se non hai mai guidato uno scooter in Thailandia. Con una donna come passeggero (credo intendesse delle meretrici, ndr). Fidati." Scooter and Love!

Backpack and Beard... Ko Samed, Thailand... Stay tuned!

GP del Siam, Ko Samet, Thailand

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