venerdì 27 febbraio 2015

Highway to Hell

Per meglio farvi capire la situazione cercherò di trovare un esempio nostrano... Bene, vi trovate alla stazione FFS di Capolago - Riva San Vitale. Dovete andare a Melano. A piedi neanche per sbaglio. Il treno non passa prima di un'oretta. Come al solito nessun taxi all'orizzonte. La mamma ti ha sempre detto che l'autostop é un'alternativa piena d'insidie. Non ti resta la soluzione bus, che nella versione birmana si traduce in vecchi pickup di fabbricazione coreana con collage d'autocollanti anni 80 e 90 (ho visto sia uno Smile che uno della Polini, sul secondo non sono proprio sicurisdimo), due panche sul retro e poco spazio vitale. Panche che durante la nostra permanenza ha ospitato: tre monaci d'arancione vestiti, sei casalinghe (di cui un paio aldilà del peso che determina l'obesità secondo l'Ente Mondiale della Sanità), una madre con figlio che é stato messo in braccio a chiunque, un paio di nonne filiformi, un integralista del gruppo Boko Haram, un'avvenente trentenne (pareri discordanti a riguardo), quintali di merce varia sul tetto e due turisti con l'aria perplessa. Noi. Tutti nello stesso momento. Ma torniamo a Capolago... Arriva un ragazzo simpatico, dal sorriso sfondato da anni di betel*, che ti chiede dove vai... Melano gli rispondi. Ok. Sono poi solo qualche chilometro. Perfetto. Un solo franco per il corto tragitto. Ci sta. Accettiamo. Perfetto? Mica tanto. La tua Melano diventa la sua Milano. I chilometri diventano interminabili. E ora che te ne rendi conto, visto che nessuno parla minimamente la tua lingua, ti trovi abbandonato al bordo dell'autostrada all'altezza di Saronno. Decidi, dopo una serie di preghiere che neanche una perpetua durante un funerale, d'attraversare a corsa le sei corsie dell'autostrada. Un po' come decidere di attraversare il circuito di Sepang durante una tappa del MotoGP... Autostop... scusami madre... ci rimorchia un tamarro di periferia gentilissimo... si torna alla casella di partenza. A Capolago... anzi a Mandalay.

Capitolo autostrade (eufemismo) birmane, due le cose da ritenere. La prima é che l'autogrill birmano mi é sprovvisto di rustichella e del cofanetto Best of Italy (Pupo, Toto Cotugno, Bobby Solo, Umberto Tozzi,...) ma in cambio presenta riso in bianco e coscia di pollo (dal strano retrogusto di Golden Retriver, ndr) e bottiglioni di plastica riempite di miscela per tosaerbe. La seconda, sensibilmente più positiva, é che le più belle ragazze birmane lavorano al casello. Insomma... se nella vicina penisola italica l'aspirazione massima legata alla bellezza si chiama Miss Italia o Veline da queste parti, che si bada al sodo, si punta ad un impiego statale al casello autostradale. Le autostrade o strade a lunga percorrenza non sono altro che strisce di cemento che tagliano la campagna circostante in modo irregolare. Tutta una curva. Sacchetti per il vomito a dozzine nei minibus. Si viaggia di preferenza al centro della dissestata carreggiata evitando i frontali con gli altri attori della strada. Vige la legge della jungla. Camion cisterna, veicoli militari di ogni genere, bus a lunga percorrenza, minibus VIP lanciati a 200km/h per turisti, auto di ogni genere, trattori, scooter carretti trainati da cavalli, carretti trainati da buoi, carretti trainati da bipedi, vacche, cani e pedoni. Pedoni che valgono quanto le zanzare nella piramide alimentare. Livello minimo di patente richiesto per guidare su questo tipo di strade "Sebastian Loeb". Clacson sempre nella modalità On. Freno utilizzato meno che nel primo Burnout per Playstation2. A tutto gas. Come proiettili.

Per le lunghe percorrenze perché non affidarsi a una compagnia di trasporto birmana? Il pullman sulla pubblicità sembra appena uscito da una fabbrica tedesca. Bello, comodo e nuovo. Brutto, scomodo e vecchio nella realtà. Cominciamo con un paio di note riguardanti le scelte a livello di design: lo stile che si é scelto per l'arredamento é Bollywood. Quindi tinte che vanno dal giallo ocra al rosso fuoco... dal viola mirtillo al verde ramarro. Pugno allo stomaco. Sul parabrezza immagini sacre come non ho visto neanche nei monasteri visitati a Bagan. Speriamo che almeno servano. Toccatina ai genitali obbligatoria. Per chi fosse mai stato in Myanmar sa dell'amore viscerale che questo popolo ha per l'utilizzo del led. Soffitto del bus illuminato a tinte blu, rosa e verde. Welcome to the Disco. É il 1987. Solo per voi Sandyyyyy Mmmmmarton! People from Ibiza! Come intrattenimento un televisore di dimensioni cinematografiche. Calcolato non in pollici ma in ettari. A volumi che ricordano la Discoteca Titanic saletta Trance, passano osceni video musicali birmani con testo per il karaoke... e la gente canticchia. Ora immaginatevi di fare un Chiasso - Reggio Calabria con un televisore che vi spara a tutto volume i migliori successi di Raf ma in una lingua a voi sconosciuta. E tutti intorno a voi cantano allegramento. Ho bisogno di grappa nostrana! Per contrastarla: cuffie e un misto di gabber e hardstyle a tutto volume. Myanmar Terror Corpse!

Nel momento in cui vi sto scrivendo sono su di un bus in direzione Yangon. 12 ore di viaggio mi attendono. Nightbus. Un classico. Perfetto. Di notte. Dormi. Ti passa. Dicevano... A parte i due problemi tecnici che fanno si che non ho l'aria condizionata e che alla tele passano i soliti video musicali di cui sopra, ci si é messa la cabala... la sfortuna... la rogna... la sfiga! Potevo scegliere tra il posto 28 o 29... Il 28 coté finestrino, sedile inspiegabilmente largo, una turista cinese carina come vicina (ammetto di averla tampinata sul pickup che ci ha portato al bus e lei al "your beard is very sexy" posso dire che apprezzava) e con una bimba davanti che dorme già allegramente. Il 29 é sul corridoio pieno di merce varia, stretto come neanche un seggiolone Chicco 0-4 anni, come vicino un operaio birmano (ha il casco giallo da cantiere, safety first) che ha appena finito il turno di 78 ore sotto il sole birmano e che é già appoggiato alla mia spalla sinistra (noto ora che la sua mano destra ha sei dita, ndr) e davanti la solita turista francese (dotata di seno prosperoso) che pur non dormendo a completamente abbassato il sedile praticamente sul mio villoso petto. Mentre lei si legge, grazie alla fastidiosissima lampada frontale, la sua francesissima Guide de Routard io ho ginocchia e testicoli ad altezza gola. Sì, ho scelto il numero 29! Maledetto! Dai... metto su il greatest hits di Michael Bolton e provo a dormire in posizione "contorsionista cinese". Circo Imperiale Bejing.

Consiglio barbuto: se dovete andare da Mandalay a Inle Lake valutate l'opzione minibus vip. Per chi sentisse la mancanza delle nostre valli. Il panorama cambia radicalmente con l'avvicinarsi delle montagne dello Stato di Shan. Stato conosciuto come secondo più grande esportatore mondiale di oppio con le conseguenti violenze tra esercito regolare e gruppi paramilitari al soldo dei signori della droga. Da qui il divieto per i soli turisti d'attraversarne una parte, quella che porta al confine nord con la Thailandia. Comunque militari o meno la morte vi attende impaziente dopo ogni tornante, preso inconsciamente a velocità supersonica, sotto forma di frontale con vecchio camion cisterna di fabbricazione made in China. Siamo tutti nelle mani di Buddha.

Backpack and beard... Somewhere on the Highway, Shan State... Stay tuned!

*betel: una pratica molto diffusa in Myanmar. Foglie, tabacco,... dovrebbe avere l'effetto di "metterti le ali", la verità é che cominci a sputare come un lama del liquido rosso fuoco e ti rovina la dentatura come neanche 20 anni di eroina. Astenersi, please.

Voglia di stringersi un po'...

QSVS / Speciale Champions

Mandalar Thri Sports Stadium, ore 16:00, AFC Cup 2015

Mancano sia Messi che Cristiano (Ronaldo lo uso solo per quello vero, Ronald McDonald)... mancano sia City che Barcelona... manca pure la musica Da Chaaaaampions! Ma la gara é una di quelle che contano! Allacciatevi le cinture stiamo per atterrare nel mondo AFC Cup (tributo a Ugo Francica Nava e la NBA su TMC). La Champions League asiatica! E che gli Dei del calcio abbiano pietà di loro. Per lo Yadanarbon FC contro la temutissima squadra malese del Pahang FA (scusa, chiii?!) saranno novanta minuti conditi d'occasioni perse e di lancinanti rimpianti. Succederà di tutto... e poco avrà a che fare con il calcio che conosciamo alle nostre latitudini. Il Pahang FA ha una sola cosa in testa, giocare malissimo e sperare che il suo attaccante africano (50 anni, il passaporto dice 17, per 150 chilogrammi) inventi qualcosa contro una difesa del Yadanarbon FC formata da soli nani da circo. E il miracolo accade. Doppietta in 25 minuti. Due a zero per il Pahang FA. Maglietta con dedica a tutte le pizzerie malesi gestite da napoletani: VI AMO! Selfie sotto il settore del Pahang FA... nella foto lui e un raccattapalle che passava per caso. Non pervenuti. Attaccante di peso. Dieta mediterranea e goals. L'allenatore dello Yadanarbon FC che si ispira apertamente al Luis Enrique di romanista memoria. Tanto paleggio... zero tiri... e già si contano due pappine in fondo alla rete. L'orgoglio birmano permette a Win Naing Soe di accorciare le distanze. Scoreggia da posizione defilata con deviazione del centrale malese ricercato in 134 Paesi per crimini vari legati tra l'altro a traffico d'animali protetti. 1 - 2. Palla al centro. L'arbitro fischia. Fine primo tempo.

Tutti fuori dallo stadio di corsa, gente fa tempi in linea con quelli di Bolt, alla ricerca d'acqua che sia almeno tiepida e non pronta per essere salata. Mamma butta la pasta. Trovata l'acqua la mettiamo in comodi sacchetti di plastica per poter rientrare nello stadio. Il nostro é bucato. Rotte le acque.

Secondo tempo. Mentre noi scavalliamo per accedere alla tribuna centrale sperando di vedere qualche wags, Melissa Satta assente nonostante i tre giocatori dal continente africano in campo, lo Yadanarbon FC pareggia grazie ad un calcio di rigore tirato perfettamente. Rigore sacrosanto, rosso diretto e dai 6 ai 9 mesi ai domiciliari per il difensore malese. Partita in discesa? Mmmmm... No! Ogni volta che prende palla il Pahang FA la difesa va nel pallone. E non parliamo del Real Madrid. Proprio no! Fioccano i "se entro in forma nel campionato birmano ne metto almeno un paio a stagione" e i "ne conosco un paio che potrebbero giocare anche stasera". Fuffa. Facciamo fatica a stare in tribuna. L'occasione della vita. 76 i minuti sul cronometro. Entrata da derby momo di 5 lega in piena area sullo stoico Shine Thura (vedi sotto). L'arbitro fischia di nuovo. Rigore a favore del Yadanarbon FC. Sul dischetto, dopo aver raccolto con un cucchiaino quello che resta del povero centrocampista dello Yadanarbon FC, per la gloria ancora lui: Djedje Maximin Djawa detto lo Yaya Touré dopo un incidente aereo non grave ma gravissimo. Il portiere non deve prenderla. Non deve riuscire a pararla. E cosi sarà. Portiere da una parte. Pallone al confine tra Laos e Vietnam. Si resta sul 2 a 2. Batti e ribatti. Squadre lunghe. Tra la difesa malese e quella birmana ci sono 12 chilometri. Sembra il campo di Holly e Benji. A proposito di Benji Price, paratone del portiere del Yadanarbon FC. Roba da gatti. L'asta a strozzare il grido in gola ai supporter di casa. Alla fine segna il Pahang FA. 2 a 3. É finita. Cara grazia.

I migliori
Tin Win Aung - centrocampista - numero 6
Giocatore ormai pronto per un grande palcoscenico. Circo o teatro? Ancora da decidere... Pare conteso dalle migliori squadre di Malawi e Lesotho (non ho idea se esista ancora sulla carta mondiale). Il Paul Scholes della bassa birmana picchia come un fabbro, lotta come un guerriero e conquista una miriade di palloni (dopo averli persi lui stesso qualche secondo prima, ndr). Unico nel mondo del calcio ad essere geloso del fisico di Giovinco. Folle l'idea, di un allenatore senza coraggio, di non schierarlo in coppia con Hlaing "Andrea da Mandalay" Bo Bo. Nano da giardino.

Nanda Lin Kyaw Chit - centrocampista - numero 10
Genio e sregolatezza. Un 10 classico. D'altri tempi. Dorme per tutto il primo tempo. Si vocifera di una serata alla George Best in versione Mandalay. Cena coi parenti, karaoke con gli amici e un giro in pattini a rotelle alla pista in centro tutto innaffiato da analcolico fresh orange juice (che tanto piace a Stefano "Farang" Hatz che lo ordina sempre per poi sistematicamente non berlo mai, ndr). Ragazzi questo offre Mandalay. Non é la Manchester degli anni 70. S'infiamma regalando l'assist al bacio per il primo gol (l'ho inventato di sana pianta visto che guardavo altrove, ndr) e conquista il rigore per il momentaneo pareggio rischiando di rimanere paralizzato. Se solo avesse dei muscoli nelle gambe così da riuscire a tirare a più di 34cm dalla porta. Tecnicamente c'é. 

Shine Thura - ala - numero 20
C'era una volta Shine Thura... Siamo obbligati a parlarne utilizzando tempi verbali al passato perché malmenato dal primo all'ultimo minuto della sua ottima partita. L'arbitro permette qualsiasi intervento sul povero numero 20 birmano. Il settimanale Htiò (Chi nella versiome birmana) vocifera di una avventura della moglie di quest'ultimo con il nostro Shine Thure. Affaire à suivre. Calci, scivolate, pugni, gomitate, testate, attacchi all'arma bianca, tirapugni, sciabole, machete, sedie omologate World Wrestling Federation, il strappare le unghie, armi da fuoco di ogni calibro e dimensione,... Viuuuulenza sul povero Shine Thura che resiste fino al 75imo. Scivolata a forbice, direttamente su tibia e perone, in area del difensore del Pahang FA. Rigore conquistato. Lo sbaglieranno altri. Esce sulle sue gambe. Dovrebbe essere in una cassa di faggio. Eroe di gomma

I peggiori
Yan Paing - attaccante - numero 9
Scarso, scarso e scarso! Attaccante di ruolo... attaccante di numero... gioca a centrocampo. E male. Per coraggio e verticalità fa passare a confronto Riccardo Montolivo, capitano del Milan (mi piace ricordarlo agli amici rossoneri, ndr), per lo scozzese Braveheart. Avrete tutto ma non un passaggio in verticale. Fa parte del 3% della popolazione birmana ad essere sovrappeso. Esce tra gli applausi del pubblico. Temo che abbia un genitore nella giunta militare che comanda il Paese. Nella mia giovane vita ho visto dal vivo attaccanti come Marco Van Basten, Vincenzo Montella, Gabriel Omar Batistuta, George Weah, Romario, David Trezeguet, Lionel Messi, Zoran Baldoliev*, Hugo Sanchez, Christian Vieri, Alan Shearer e Wayne Rooney. Giusto per citarne qualcuno. Quindi io non applaudo! Rifiuto.

Djedje Maximin Djawa - centrocampista - numero 7
Il gigante ivoriano domina a metà. Detta i tempi. Dettandoli con un ritardo cronico che neanche le Ferrovie dello Stato.. Tira e segna il primo rigore solo perché é l'unico della squadra a riuscire a calciare a più di 4 metri dalla porta. Comunque bene. Ha la possibilità di diventare leggenda di un popolo e ottenere finalmente un permesso di soggiorno valido. Ma decide di calciare su Saturno il secondo tiro dal dischetto. Sciagurato. La giunta militare al potere hanno già previsto 23 anni di lavori forzati a nord di Putao. Confine con il Nepal. Aung Sun Li e le varie ONG presenti sul territorio si sono espressi favorevolmente sulla questione. Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore.

Win Naing Soe - attaccante - numero 28
Tacco, al volo, scavetto, tiro da fuori, girello, controllo orientato, elastico, tunnel, rabona, aurelio, no look,... non gli riesce proprio niente! Per provarci ci prova sempre. Solo scelte tecnico/tattiche sbagliate Volevo scanzonarlo chiamandolo Naingadabra storpiando Ibracadabra ma ho paura che qualcuno prenda un volo diretto Paris-Mandslay per farmela pagare a caro prezzo. Chirurgia plastica a colpi di taekwondo.

Dopo la pubblicità Chirico leggerà la classifica. Con la scala. E toccheremo finalmente ed inevitabilmente il fondo. Comunicazione di servizio. Appena hai ospiti dalla zona mista, Niccolò Casolini, facci sapere... sperando che almeno in Myanmar non siano ancora Behrami o Seferovic. Per ora, dallo Mandalar Thri Stadium di Mandalay é tutto, la linea può tornare alla regia. A Comano o in Lombardia é uguale. This is not football!

Backpack and Beard... Mandalay, Myanmar... Stay tuned!

*un omaggio sentito ad un Campione incompreso. Baldo forever. Tutti al grotto.

Mandalar Thri Sports Stadium
Ambiente Champions League
I vostri cronisti da Mandalay
Paolo "il Ceroni" Ravasi e Stefano "il Kuby" Hatz
P.S.: i selfie allo stadio erano indecentemente brutti

From Dusk till Dawg

Credo che su questa terra ci siano oggetti, sentimenti, situazioni, luoghi e momenti che sono oggettivamente belli. Non devono per forza di cose risiedere nel nostro cuore ma non riusciremo mai a negare la loro bellezza. Che ne so... il sorriso spontaneo di un bimbo... le lacrime di una madre che riabbraccia un figlio... il suono delle risate di un gruppo d'amici... lo skyline illuminato di New York... i palazzi che si bagnano nei canali di Venezia... il mare azzurro... le montagne innevate... il cielo stellato... un'alba... un tramonto... l'avvicinarsi per la prima volta alla Guernica di Picasso... leggere per l'ennesima volta le vicissitudini di un Piccolo Principe raccontate da Antoine de Saint-Exupéry... sgranarsi gli occhi davanti a Nuovo Cinema Paradiso... il "Buongiorno Principessa!" urlato da Benigni... le vibrazioni vocali di Bob Marley... quei quattro accordi di pianoforte che introducono Notte prima degli esami... Etta James... cantare in auto liberi da ogni preoccupazione "le bionde trecce e poi..." un gol al novantesimo che da la vittoria alla tua squadra del cuore... Adriana Lima in perizoma... ok, mi é partita la libido... ritrovo in un attimo il Fabio Volo che c'é in ognuno di noi e... quella pacca di tuo padre che significa che tutto andrà per il meglio... l'abbraccio di qualcuno a cui non hai detto che ti mancava... quei secondi che anticipano il primo bacio con la persona che sai di amare... ecco... credo che Bagan sia tutto questo. Credo che sia bella. Oggettivamente bella. Non riesci a dire il contrario. In cuor tuo mai ci riuscirai! E come tutte le cose oggettivamente belle si carica di aspettative. Aspettative. Grandi aspettative.

Aspettative che non solo deluse grazie alla distesa interminabile di templi, monasteri ed edifici di ogni genere. Forse, per il sottoscritto, il momento più forte rimane quello del tramonto. A me piacciono tanto. Mare. Montagna. Qui. Là. Arrampicarsi su un tempio (cercatene uno non troppo gettonato, ndr) per vedere il sole che va a dormire. Il rosso fuoco. Da un senso di pace. Un momento in cui pensare. O approfittarne per non pensare a nulla. L'alba rimane un bel momento ma i colori non sono così forti come ci si potrebbe immaginare. Foto da urlo, per gli amanti d'Instagram, grazie alla partenza di una decina di mongolfiere su sfonfo magico. Roba da #nofilter. Però diciamocelo cosa comporta lo spettacolo di un'alba a Bagan; la sveglia alle 5 di mattina, inforcare la bicicletta e pedalare per una ventina di minuti con una pila in fronte. Non é proprio una libidine per un bel giovanotto di 35 anni in sovrappeso e in manco di sonno dal 1987, come lo é il sottoscritto. Ma il bello di vivere Bagan con la guida nativa di Melide ma ormai birmano d'addozione (Rakhine über alles) Stefano "Farang" Hatz é il metodo di visita scelto. Il metodo "a cazzimma". Metodo tanto caro al sottoscritto. Ovvero prendere in affitto tre vecchie biciclette antenate della Fixit da hipster berlinese tutto barba e triangoli sulla pelle (cambio shimano a una sola marcia), tre visto che nel gruppo della maglia gialla al comando del Tour de Bagan 2015 c'era anche Alex dalla ridente France, e girare assolutamente a caso tra Nyaung U, Old e New Bagan. Quindi nel programma strade sterrate, sentieri poco battuti, vicoli ciechi, piccoli templi che nessuno degna d'attenzione, momenti in solitaria... e visti i numerosi turisti é bello sentirsi soli. Fatta eccezione per la turista con occhialata e borsa Lonchamp. Ti amo. Comunque sono tre le possibilità per gli spostamenti. A piedi, in bicicletta e con il "coso elettrico". A piedi diventa una maratona senza fine. Ma a bordo del "coso elettrico" si viene avvolti da un comune sentimento di ridicolo. In pratica é il mezzo di locomozione ufficiale di anziani ed obesi made in USA per girovagare negli immensi shopping malls della periferia statunitense. Imbarazzo a bordo! Comunque dopo anni ho ritrovato il piacere della pedalata. A noi trittico.

Forse non sarà il posto che menzionerò per primo pensando ad un viaggio intrapreso nella mia vita. Ad un luogo impresso indelebilmente nella mia mente. Ma quando la mia mente o una conversazione mi porterà lì potrò dire due cose. Bagan é oggettivamente bella... ma soprattutto: io l'ho vissuta!

Consiglio barbuto: avete previsto qualche giorno a Bagan e dopo 48 ore avete già visto qualcosa come 13'459 tra templi ed edifici di dubbia rilevanza storica, visto lo show di marionette 7 volte, percorso l'equivalente di 12 Tour de Suisse, visitato il mercato comprando amuleti, braccialetti (P.Ravasi, ndr) e tshirt per turisti (S.Hatz, ndr)made in China per un valore di 9'845$ (evitate la zona macelleria, ndr), fatto la doppietta d'albe e tramonti e vi state chiedendo: "...e ora?" Perché non un tuffo nella piscina dell'Amazing Bagan Resort? I 10$ (tantini) meglio investiti di sempre. Credetemi... una libidine!

Backpack and Beard... Bagan, Myanmar... Stay tuned!

From Dusk...

Hai voluto la bicicletta?
Ryukennnnnnn

...till Dawg!

martedì 24 febbraio 2015

N.d.R. Tu vuo' fa' l'americano

Htamin (riso) e hìn (curry) la base della cucina birmana. Con un problema. Il curry, se abituati ad India e Thailandia, sa di poco... pochissimo. Alternativa gli immancabili noodle o fried rice. Loro... sempre loro! Inoltre vi sono due problemi alla base: l'utilizzo criminale di olio di palma (e una variante tutta birmana agli anacardi) e l'essersi svenduti ad una cucina cinese di bassa qualità. Allora come novità sotto a copiare goffamente la cucina occidentale... il Cordon Bleu diventa così Gordon Blue. Il ripieno diventa magicamente formaggio cheddar, asparagi crudi e gamberetti. Sì, avete letto bene! Asparagi e gamberetti! Per quanto riguarda il mio palato una catastrofe culinaria. Potete quindi immaginarvi il risultato quando gli appetiti diabolici di due amanti del buon vivere (ancor prima del vil mangiare), come lo sono il sottoscritto Paolo "Pumpui" Ravasi e Stefano "Farang" Hatz, si scontrano con questa pochezza... Maccarone, m'hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno!

Consiglio barbuto:
Parami Pizzeria Ristorante - Yangon
Pizzaiolo asiatico... ahia! Forno a legna... bene! Il risultato? Una pizza succulenta! Ottima anche la pasta. Miracule!
Union Bar & Restaurant - Yangon
Succulenti hamburger e barman creativi. Ottima scelta di gin. Tanqueray Rangpur a nove dollari. Gin Club Yangon.
Bistro82 - Mandalay
Sembrerebbe pura follia proporre qua piatti come bratwurst, zwiebelsauce e rösti o la fondue al formaggio. Ottima la carne (abbiamo visto dei cinesi azzannarsi dei T-Bone appartenuti ad un brontosauro) e interminabile carta dei vini. Fucking delicious!

Backpack and Beard... Yangon, Myanmar... Stay tuned!

P.S.: non guardatemi così! Ho provato dallo street food al ristorante rinomato... belli miei queste sono linguine fatte in casa, cottura al dente, con vongole e vino bianco sfumato... suvvia!

Parami Pizzeria Ristorante - Yangon

domenica 22 febbraio 2015

E il tempio maledetto

A Mrauk U ci arrivi solo da Sittwe via fiume... quel fiume paludoso, denso e marrone... sullo sfondo i barconi di legno dondolano pigramente tra le onde... le lunghe e fini palme che si arrampicano fino al cielo azzurro... odori forti... fortissimi... le strade di terra battuta che alzano nuvole senza forma... case miracolosamente stabili costruite di solo spago e bambù... l'umidità che ti attacca i vestiti addosso manco fosse una muta... i templi che spuntano furtivamente dall'insolente natura selvaggia che cerca di nasconderli... o che si presentano fieri e prestanti sulle pendici di colline verdi... e in testa una sola domanda... quando spunterà all'orizzonte l'elicottero nero di sovietica produzione guidato dal biondo Dolph Lundgren? Se sei cresciuto negli anni ottanta non puoi evitare alla tua memoria di correre verso quell'ammasso di muscoli, di cicatrici, coltello lamettato che qualunque maschietto avrebbe voluto per se, braccio sinistro fucile mitragliatrice M-60, braccio destro una caterva di proiettili e la mitica fascia rosso sangue tra i capelli. Benvenuti a Mrauk U. Un posto che ti sarebbe piaciuto, John Rambo.

1° giorno
Imodium, Motilium, Bioflorin, Tossin (farmaco di dubbia provenienza, India o Sri Lanka, illegalmente introdotto su suolo birmano) e Dafalgan500 per il sottoscritto. Insomma per dirla alla Roberto Covelli, ruolo di un'immenso Christian De Sica in quel capolavoro mondialmente riconosciuto che é il primissimo Vacanze di Natale, la temutissima "a sciolta". Per voi comuni mortali ed ignoranti di ogni genere: la turista. Violentissimi crampi che ricordano i pugni di un Mike Tyson all'apice della sua carriera e del gran tempo passato tra le quattro mure di un cesso che diventerà miglior amico. Su cui poter sempre contare. Per il compagno d'avventura, il solito Stefano "Farang" Hatz, un viaggio di un paio d'ore su di un traghetto all'aria aperta, il vento tra i capelli, l'entusiasmo di giovane avventuriero e in sottofondo il soave ronzio di un motore biturbo da 9000 cavalli l'uno di pura ingeniera indiana dei primi del novecento. Per il sottoscritto stesso traghetto, un monaco fan dello United (Manchester non Yangon, ndr) come compagno, aria condizionata temperatura cella frigorifera in macelleria, telenovela birmana (un mix tra la brasiliana Rosana e la serie per teenager Bayside School) sparata a volumi atrocemente alti e in sottofondo turisti... fastidiosi turisti... fastidiosissimi turisti... arcifastidiosissimi turisti! Poi dritto a letto. Poi al cesso. Poi a letto. Poi al cesso. Stile girone dantesco. Il girone dei turisti "no Alpitour... ahi ahi ahi...". Per lui, lo Stefanone nazionale, un giro in bici sotto il sole del mezzogiorno birmano. Roba da santa trinità... Sergio Leone, Ennio Morricone e Gian Maria Volonté. Insomma fiato alla Indurain, volontà alla Pantani e fisico alla Urlich... ma forse serviva anche il doping di Amstrong. In giro per templi tra strade sterrate, cattive, mitiche, d'altri tempi, indecise e polverose. Prova da autentico eroe moderno. Chi grida al miracolo commentando in lacrime "lo sapevo che Fausto Coppi non era morto". Davide Dezan in diretta per StudioSport si emoziona. Lacrime vere. Per lui, inevitabilmente, sarà maglia gialla, rosa e a pois. Per il sottoscritto, restando nel cromatico, giornata da 50 sfumature di marrone.

2° giorno
Tranquilli... sto meglio! Non chiamate la mia splendida Mutti (mamma, ndr) per chiederle notizie sul sottoscritto... per lei tutto andava, va e andrà sempre tutto bene. Non ci sono altre versioni possibili. Viaggio con il teletrasporto (nessun aereo, taxi, treno, moto, bicicletta o spalle umane), mangio solo pasta al sugo di pomodoro preparato dai cuochi dello stabilimento bolognese di Barilla, non esco dopo le 16:30 e non parlo con gli sconosciuti. E così deve rimanere. Ci mancherebbe... é la mia di mamma!Terminata questa postilla necessaria riprendiamo il discorso. Sto molto meglio. Oggi si naviga. Piccolo battello. Fiume infinito. Sei persone. Tre d'equipaggio. C'erano tre francesi, un tedesco, uno svizzero ed un'italiano... non é l'inizio di una barzelletta insipida ma il gruppo che si é formato. Gruppo compatto. Simpatia. Obiettivo alcuni villaggi della minoranza etnica Chin e le leggendarie donne tatuate (in viso). Lo so fa molto turista ma grazie all'aiuto indiretto del DFAE (Dipartimenti Federale Affari Esteri) non c'é molta gente in giro. Sembrerebbe che a ore qua ci sarà la terza guerra mondiale. La quita essenza della guerra religiosa. Sconsigliatissima la città di Sittwe, passaggio obbligato per arrivare a Mrauk U. Boh. Non mi prendo la responsabilità nel dire che non ci sono rischi. Varie ONG internazionali sono presenti. Per i mussulmani? Per il popolo Rakhine? Boh... Comunque noi non ci siamo accorti di nulla... comunque... la gita varrebbe solo per il lungo ritorno in barca. Il vento, il panorama , l'acqua, il sole, il ripetitivo rumore del motore, l'ondeggiare... una delle migliori penichelle di sempre! Cosa rimane di questa giornata? Che i miei figli non potranno vedere una tradizione come quella delle donne tatuate (estremamente cruenta) che sta sparendo con la scomparsa delle ultime superstiti, le bambine più piccole per i loro splendidi sorrisi da foto cliché ma anche per il loro bizzarro taglio di capello "ronaldo nazairo da lima detto o' fenomeno versione mondiali duemiladue", le decine di scrofe con seri problemi d'obesità che girano in libertà per i villaggio (ma neanche un po' di lardo, prosciutto o coppa in vista), il sentirsi dannatamente in Asia su quel letto di fiume, la libertà che senti lontano da responsabilità quotidiane e quattro mura d'ufficio, il chiaccherare con persone di cui ignoravi l'esistenza fino a qualche giorno prima,... ma lascio parlare alcune foto... per tutto questo e molto altro... pollice in su.

3° giorno
La sveglia suona alle 8:00... Giubbotto in pelle, cappello d'ordinanza e frusta legata al fianco. La nostra giornata da Indiana Jones può cominciare... Dopo una colazione dove, evitando con estrema dovizia tutto il fritto, ci gustiamo burro e marmellata. Si parte alla scoperta di 23'678 edifici tra monasteri, templi e pagode. Indubbiamente interessante. La guida ci permette di capire storia, cultura e costumi della regione Rakhine. Un tempo impero, ora minoranza trattata a calci in faccia dal governo centrale. A mezzodì la guida ci abbandona per doveri famigliari. Oggi é la mamma che cucina. E alla mamma non si dice di no. In Svizzera come in Myanmar. La gita al mercato si riduce in due momenti che hanno segnato cambiamenti importanti nella mia vita. Il momento in cui ho deciso di diventare vegano alla vista del banco macelleria. Sangue e mosche. Decisamente più mosche che sangue. La decisione d'iscrivermi in palestra dopo il "come here my friend... tshirt for fat people". Momento estremamente difficile. La visita continua a colpi di pagode e ansie per l'affermazione "certo che ce ne sono". Stavamo parlando di serpenti. Più precisamente di simpaticissimi cobra. Non quelli della Rettore. La nostra tenuta in aperta campagna era composta da havaianas, calzoncino e tantissima ansia! La sera si torna finalmente alla birra. Un sollievo gustare di nuovo una Myanmar da 0,66. Versione birmana dell'aperitivo a Peroni o Nastro Azzurro su spiaggia salentina (sottofondo musicale obbligato, Sud Sound System o Battisti). Da buon backpacker la giornata finisce con una cenetta in stile coloniale nell'unico ristorante di livello della zona. Pasteggiando con un Cabernet Sauvignon californiano del 2006. Gin Tonic e grappino. Stay Classy.

Consiglio barbuto: noi ci siamo trovati benissimo con la nostra guida. Un giovane entusiasta con molta voglia di fare. L'inglese non é forse da dottorato e squadra cannottieri a Cambridge ma, abituati al livello birmano, é largamente sufficiente per apprezzare la visita. Kyaw Than Niang, kyawthanniang01@gmail.com o chiedete all'ufficio guide direttamente a Mrauk U.

Backpack and Beard... Mrauk U, Myanmar... Stay tuned!

P.S.: approfittate dell'assenza totale di internet, lasciate a casa telefoni, tablet, computer, fax, stampanti,... si vocifera della sola presenza di un modem 56k, in un hotel da 320.- la notte. Pagherei? Certo solo per il gusto di sentire il rumore durante la connessione talmente anni 90 e per poi connettermi a Napster... Preistoria Geek!

I templi di Mrauk U

Le leggendarie donne tatuate dello Stato di Chin
Apocalipse Now or Platoon?


Indiana Jones e il Tempio Maledetto




sabato 21 febbraio 2015

Radio Cronauer / Rockin' Burma

Gooooood Morning, Myanmar!

1.  Rebel Rebel David Bowie
2.  Walk on the wikd side Lou Reed
3.  The times they are A-Changin' Bob Dylan
4.  I hope that I don't fall in love with you Tom Waits
5.  Born to run Bruce Springsteen
6.  Have you ever seen the rain Creedence Clearwater Revival
7.  Simple Man Lynyrd Skynyrd
8.  Piece of my heart Janis Joplin
9.  Volunteers Jefferson Airplane Jefferson Airplane
10. Fortunate Son Creedence Clearwater Revival
11. Baba O' Riley The Who
12. The Joker Steve Miller Band
13. Sultans of swing Dire Straits
14. Take another little piece of my heart Dusty Springfield
15. The Passenger Iggy Pop
16. For what it's worth Buffalo Springfield
17. Walk of life Dire Straits
18. With a little help of my friends Joe Cocker
19. Layla Derek and The Dominos
20. All along the Watchtower Jimi Hendrix

Backpack and Beard... Somewhere, Myanmar... Stay tuned!

On Spotify
radio cronauer / rockin' burma

On the Road

martedì 17 febbraio 2015

Trainspotting

Scordatevi del classico bus a due piani con guida audio per visitare il meglio di Yangon (versione europea). Nemmeno un autista di Tuk Tuk con cui contrattare all'infinito il prezzo per un giro della città (versione asiatica). Vi rimangono così solo due possibilità: muniti di guida Lonely Planet (Guide du Routard per gli amici d'Oltralpe) e scarpa confortevole farvi la città a piedi o andare alla fermata più vicina della Circle Line e saltare sul primo treno che incrocerete. Tre ore di treno intorno alla vecchia capitale del Myanmar... pronti... partenza... via...

11:50, Stazione di Pyay Road, dopo aver fatto scorte d'acqua pari ad un boiler da 1400l a persona, il vagone ristorante non é previsto (come del resto minibar, prima classe, aria condizionata, coprisedili e vetri dei finestrini), acquistiamo il ticket per il giro alla biglietteria per 2000kyats (un po' meno di 2.-).

12:00, stazione di Pyay Road, ci siamo... arriva il treno... si parte.

12:02, stazione di Lanmadaw, Stefano "Farang" Hatz in versione Oliviero Toscani in preparazione per una personale al MoMa di New York ha già scattato qualcosa come 4'367 fotografie. Chasseur de visages.

12:10, stazione di Yangon Central Station, salgono altri 8 turisti con caratteri caucasici e una cifra non quantificabile di "made in China". I nuovi russi... No! Non é un complimento! Sicuramente tutta gente che ha visionato all'ultimo, non essendosi preparata per tempo come i sottoscritti, una delle trecento possibili versioni di 10 best things to do in Yangon su Youtube. Fortuna vuole che la coppia yankee con maglietta di una rosticceria di New Orleans, Nikon professionale da 12'000$ impostata su automatico, doppio smartphone Apple e tablet della medesima casa di Cupertino si sieda di fianco a noi (sarcasmo a badilate). Con naturalezza li ignoriamo. Funziona. Infastidiscono un pendolare.

12:17, nessuna stazione all'orizzonte... il treno non balla un po'... sta ballando la zumba! Ma fatto di LSD! Abbandonati in una centrifuga!

12:30, stazione di Mahlwagon, bbbbivvvio (detto con la cadenza di Enrico Ruggeri)... se la prossima stazione non é quella di Myittanyun siamo sul treno sbagliato. Ovvero in direzione Mandalay. Preannunciando cosi un viaggio di 14 ore per coprire più di 1000km... Tensione nell'aria.

12:43, stazione di Myittanyun, si ricomincia a respirare. Ed andare nella direzione giusta. Cala la tensione in proporzione a quanto sale il mal di chiappe.

12:54, stazione di Yabe, comincia un lungo tratto di campagna fatto di orti e piccoli villaggi con le classiche case tradizionali in bamboo ed Eternit... ma soprattutto campi di calcio improvvisati. In testa la musichetta della Champions. Daaaa Chaaaaampiooooonsssss! Sogno lo Yangon United Football Club... comperata la maglietta turchese / verde acqua taglia XXL... ancora un paio di millenni a riso bianco e dovrei entrarci. Ossa pesanti.

13:32, stazione di Oakkalapa, un boeing 474 della China Wings si impadronisce a sorpresa del panorama. Penso già al titolo di domani del video più cliccato su Youtube: Chinese boeing crash against birmanese train in Yangon. Io c'ero. Fortunatamente si tratta solo dell'aeroporto. Tragedia sfiorata.

13:54, stazione di Danyingon, immenso mercato al fianco delle rotaie. Bancarelle a perdita d'occhio. Gigantesco ammasso di persone e merci di ogni tipo. Rapida occhiata. Si sta su... Il treno riprende la sua lentissima corsa. Bradipo su rotaia.

14:09, stazione di... ehm... mah... boh... non saprei cosa scrivere stavamo facendo una rapida penichella. Nati stanchi.

14:40, stazione di Insein, culo piatto, schiena a pezzi, gola secchissima, mal di testa e polmoni pieni di polvere... parola d'ordine B A S T A ! Insein in the Brain!

14:45, stazione di Kamayut, scendono il campione olimpico americano Mark Spitz, la consorte e il famosissimo baffo. Sosia a Yangon.

15:00, Stazione di Pagoda Road, si scende... si bacia il suolo... si va a mangiare... Sweet and sour? Soya sauce? Pig skin? Duck? PANINO CAPRESE. Pane, mozzarella, pomodoro e basilico (più di un dubbio sul basilico, ndr). Manca solo Massimo Ranieri in sottofondo. Italiani all'autogrill.

Lungo... lunghissimo... ma un modo diverso per vedere la città. Se avete qualche ora e se il grosso delle attrazioni turistiche le avete visitate ne può valere veramente la pena.

Consiglio barbuto: invece di fare il giro completo, tre ore e trentanove fermate, potete pensare di scendere e prendere un taxi per rientrare. Le vostre chiappe ve ne saranno estremamente riconoscenti. Per sempre.

Backpack and Beard... Yangon, Myanmar... Stay tuned!

Pumpui and Farang

This is football
Mercato di Danyingon

N.d.R. Mo Money Mo Problems

L'avvertenza é la stessa dappertutto... uguale per tutti... che tu sia un biondo backpacker danese con il tuo zaino da 456kg di puro piacere sulle spalle o un business man cinese con l'unica idea di cementificare tutto quello che si può della campagna birmana... una giovane coppia di neo sposini di italica provenienza che "mica possiamo andare in viaggio di nozze in All Inclusive a Malindi, amorino mio" o un'attempata coppia di tedeschi, lui sandalo con calzino a vista e lei con tutone lepordato e finto occhiale Gucci perla, in cerca di una gioventù ormai perduta... ma anche se siete semplicemente due cazzari travestiti da backpackers come il sottoscritto e la sua balda spalla, nella persona di Stefano "Farang" Hatz. Il messaggio che la Lonely Planet, la Guide du Routard, il forum di "Alle falde del Kilimangiaro", qualsiasi blog del globo terracqueo, il tuo amico viaggiatore dal "sai, la conosco bene ci vado già da 12 anni" facile, i fans da Peace&Love alla Tiziano Terzani, le tue zie che hanno sentito dal parrucchiere di un amicodellacuginadellasorelladiquellachelavoraalbancomacelleriadellacoopdelcentrobreggia che ci é andata l'anno scorso... il messaggio che vogliono far passare é: "In Myanmar NON si può ritirare denaro. C'é un solo ed unico bancomat all'aereoporto di Yangon..."

Dopo 48 ore in quel di Yangon posso, anzi possiamo affermare che gli unici due posti dove ci sono più bancomat per abitante rispetto a qui sono l'Isola di Jersey e le Isole Cayman. I need a Kyats... Kyats... Kyats is what I need... eh eh!

Backpack and Beard... Yangon, Myanmar... Stay tuned!

P.S.: nella poco ridente Sittwe, non propiamente capitale turistica del Myanmar, ne abbiamo contati almeno un paio.

The One Million Kyats Boyz

lunedì 16 febbraio 2015

High Five, Bangkok!

1. Wat Pho
Semplicemente spettacolare la presenza del Buddah Sdraiato! NON SI PUÒ EVITARE LA VISITA! Sicuramente meno frequentato di altri templi e, per chi soffre gravemente di sudarella da 40° alle 9 di mattina e 130° d'umidità, si rimane praticamente sempre all'ombra... All'interno vi é la possibilità di ricevere un vero massaggio tradizionale thailandese... E no... quello che vi propongono le ragazze vestite di solo pizzo rosso del Devil's Bar di Nana Plaza non é propiamente un buon esempio di massaggio tradizionale. Health vs Happiness.

2. Wat Arun
Il solo passaggio via fiume vale la visita. Piccoli ferry boat che trasportano orde di turisti e lavoratori locali da una riva all'altra. Consigliatissima visita (sarcasmo a secchiate, ndr) per chi, come il sottoscritto, soffre di vertigini anche solo salisse su di una scala da pittore bergamasco. Scalinate con pendenze del 98° e gradini di un'altezza illegale in 145 Paesi. La leggenda vuole che nel 1986 Maurizio Zanolla meglio conosciuto al mondo come Manolo, forse il più grande free climber di sempre, fallì miseramente l'ascesa... non potendo così ammirare la splendida vista sul trafficato fiume Mae Nam Chao Phraya e il Palazzo Reale. Al tramonto il fiume prende colori incredibilmente caldi. Al momento é in rinnovazione. Un peccato.

3. Jim Thompson House
Ormai l'architettura del centro di Bangkok si divide essenzialmente in due categorie d'immobili: grattacieli sempre più alti e vecchie strutture pronte per essere abbattute per far spazio ai primi. Speculazione immobiliare come se non ci fosse un domani. Quindi la possibilità di vedere una vecchia dimora tradizionale thai restaurata in maniera impeccabile e con all'interno una collezione d'arte (ceramica cinese e oggetti sacri su tutto) non va lasciata passare. Dimora appartenuta a quello che si può definire il Re della seta, lo statunitense del Delawere Jim Thompson, scomparso misteriosamente durante un soggiorno in Malaysia. Compreso nel prezzo una guida, la nostra era fantastica, durante tutto il tour. Interessante.

4. MBK vs Terminal21
É il momento di far uscire la Carrie Bradshaw, al secolo Sarah Jessica Parker, di Sex and the City che c'é in voi. Perché perdere una mezza giornata, sette giorni e sette notti per i shopping addicted, in un centro commerciale? Primo, la dolce e fresca brezza che fuoriesce dai bocchettoni dell'aria condizionata... secondo, i fornitissimi food corner che propongono ogni tipo di cibaria (ok... mancano sia i büscion della Valle di Muggio che la polenta e useii, ndr)... terzo, la gamma immensa di prodotti proposti... Se MBK rimane il "place to be" per tutto quello che contraffazione... da cellulari ultima generazione a maglie da calcio del Borussia Dortmund di Marko Reus... da pastiglie color del cielo per l'amico pigro che vive nelle masculine mutande a magliette glam rock in via d'estinzione di Alice Cooper o Bon Jovi... il Terminal21 propone prodotti di ottimo livello in una struttura semplicemente stratosferica che ricorda un aeroporto con conseguenti città da visitare. Bomba!
Consiglio barbuto: le toilette del piano "Roma" del Terminal21... manca solo che facciano il caffé e ti chiedano un cinque alto... libidine!

5. MOCA
Ne avete piene le tasche di gruppi di russi che camminano goffamente bardati di vestiario firmato da maison d'italica fattura? Stufi di vecchi italiani a manina con il loro tesoro diciottenne? Altolà all'australiano tipo sempre e comunque in costume da bagno, infradito e canotta fluo (dear friends from the great Australia, the Full Moon Party is only once in a month and in Phangan, not in Bangkok)?Ecco dove sicuramente non li vedrete. Una visita al poco publicizzato Museo d'Arte Contemporanea (MOCA) di Bangkok, sempre che vi interessiate un minimo al mondo dell'arte, ne vale veramente la pena. Fuori dai normali percorsi turistici vi permette di scoprire il fermento culturale ed artistico che ha colpito e sta colpendo la Thailandia moderna. Oltre al fatto che fa sempre un certo effetto sulle giovani  turiste tedesche il: "oggi ho deciso di prendermi un momento per me e visitare un museo... sai m'interesso d'arte." Scacco matto alla Germania.

Consiglio barbuto: perdetevi... lasciatevi inghiottire dal caos insubornitato di Bangkok! Osate! Sia nel cibo di strada che dagli incontri casuali. Scarpe da ginnastica ai piedi, cantando "ci facciamo i chilometri..." manco foste delle Brigate Rossonere, camminate senza una meta precisa. Lasciatevi attrarre dai colori, dai sapori e dagli odori di questa folle città. Tanto la mattina, dopo avervi masticato per ore ed ore, vi risputa.

Backpack and Beard... Bangkok, Thailand... Stay

Wat Pho
Jimmy Thompson House
Museo d'Arte Contemporanea

domenica 15 febbraio 2015

Via Crucis Soi11

Le quattordici stazioni della Via Crucis in salsa Sukhmunvit Soi11... post interminabile. Uno di quelli da venerdi (e io, da infamone, ve lo metto di domenica)... sfogliati i sette quotidiani online, terminato il Sudoku del 20minuti, aver speso in scarpe ed accessori le vostre prossime quattro tredicesime su zalando, tinder talmente allargato a livello di kilometraggio che ormai discutete con gente della Papua Nuova Guinea,... insomma ora tocca a noi. 3... 2... 1... benvenuti in Sukhmunvit Soi11!

Stazione1 / The Australian Bar & BBQ
Indubbiamente la birra più cara della via abbinata ad un orrido da pub sportivo e frequentato solo da abbruttiti in canotta fanatici di steroidi. Cucina inutilmente Aussie... punto positivo l'ottima musica dal vivo (vocalizzi degni di una finale di XFactor)... ma quindi perché diavolo andarci? Questione di karma... tradizioni... inutile, la prima la si beve qua! A Shinga, mate!
Consiglio barbuto: annuite con la testa se la gente esulta guardando un partita di rugby australiano (in alternativa ieri la vittoria del Blackburn contro lo Stoke City, nonostante il vantaggio di Peter "Robot Dance" Crouch, ndr). Rugby australiano? Una ventina di modelli Abercrombie&Fitch che si pestano senza logica fasciati in mini shorts da sedicenne alle prime scalmane e canotte aderenti dai colori improbabili. E non sanno chi é Alessandro Del Piero? S E L V A G G I!

Stazione2 / Above Eleven Rooftop Bar
Bar e ristorante di classe con una vista mozzafiato, da dove osano le aquile, sullo skyline notturno di Bangkok. Si trovano le migliori marche d'alcolici... e sarà l'ultima volta per stanotte! Accompagnare il tuo cocktail con un antipasto misto di pesce rimane fuori il classico "budget da backpackers danese con rasta singolo e panta cagass adoss" ma ne vale veramente la pena. Cucina di chiara ispirazione peruviana (sperando sia rimasta quella, ndr). Niente infradito... niente canotta... é la regola. Niente di grave se non possedete un passaporto australiano, americano o tedesco.
Consiglio barbuto: andateci in coppia, giusto perfetto, ma vale la pena anche solo per l'instagrammata (instagram: stralish).

Stazione3 / Cheap Charlie
Una vera e propria istituzione a Bangkok. Finito anni fa anche tra le colonne del periodico statunitense New Yorker. Un bel posto dove cominciare la serata in compagnia di altri turisti ed espatriati. Non pensate di vedere thailandesi. Sopporterete e in un secondo, terzo, quarto, quinto e forse sesto tempo amerete Rod Steward e la sua Sailing. Charlie ha un solo disco. Undici canzoni. Sempre quelle. Solo quelle. Chiacchere e birra. Tutto molto Cheap... tranne il bancone.
Consiglio barbuto: le ragazze dall'altra parte della strada non vi sorridono perché siete tutti belli e carucci nel vostro completo da occidentali. Canotta della Chang contrattata mezz'ora prima a 250bath, costume troppo lungo (a meno che tu non abbia vinto gli XGames) e troppo colorato della Billabong, infradito dell'Havajanas a 400bath e cappellino della Vans. Proprio no. Love, Sex and American Express.

Stazione4 / Street Food - primo tempo
Sul cibo non si scherza... evitate i ristoranti della Soi11. Per strada troverete la felicità. Subito sotto con la zuppa di manzo e verdura. Arrivando da Nana BTS é il primo o secondo baracchino sulla sinistra in Soi11. Fa praticamente solo quella zuppa. Niente carta di credito ma sono convinto che 40bath (poco più di un franco) li avete da qualche parte in tasca...
Consiglio barbuto: non dovrebbe succedere nulla ma prima di prender posto su uno sgabello in plastica rosa sinceratevi di avere con voi un kit di sopravvivenza. In Bioflorin we trust.

Stazione5 / VW Bars (non presenti causa lavori in corso)
Il concept é semplice come un cazzotto al volto... prendi un furgoncino della Volkswagen, gli sfondi a craniate il tetto e lo riempite senza nessuna vergogna di casse stereo (potenza ufficiale concessa é qualificabile all'insieme di tutti gli impianti presenti a Mykonos in un qualsiasi weekend d'agosto mentre suonano Lose my Mind di Wildstylez feat Brennan Heart), bottiglie di qualsiasi alcolico o carburante per Zeki Boy (mani suuuuu) con una gradazione non inferiore ai 79° e infine foderi il tutto con fantasie di paillettes, stampe acriliche zebrate e/o pitonate, pioggia di rosa fucsia e giallo stabilo boss. Un Renato Zero anni settanta su quattro ruote. Ce ne saranno una decina lungo tutta la via. Li sentirete...
Consiglio barbuto: urlando al cielo... caramba beviamo del whisky, caramba beviamo del gin e tu non dar retta al cuore che tutto passerà... ordina un bucket (il secchiello per la sabbia che usavi a Lignano Sabbiadoro*) qualsiasi cosa ci buttiate dentro copritelo con succo d'ananas o Red Bull. Un atto di fede... Drink and pray.

(* luogo dove il patron Vittorio Salvetti; con l'aiuto dei presentatori Ama Ama Amadeus, Federica Panicucci e Laura Freddi, incorona Max Pezzali con gli 883 con il titolo "Tieni il tempo" Re dell'Estate 1995)

Stazione6 / Street Food - secondo tempo
Mi sento di consigliare di andare nel parcheggio vista LeFenix Hotel, di fronte al Club Koreana. Una taciturna signora fa un Pad Thai capace di far risorgere un inglese, con maglia del West Bromwich Albion di  Stéphane Sessègnon da trasferta, che ha passato troppo tempo a Soi Cowboy tra scadenti whisky cola e ragazze munite di immensi pomi d'adamo (che non risulterà l'unica cosa immensa della signorina, ndr). Oh oh mi é sembrato di vedere un canarino.
Consiglio barbuto: portatevi un bella bottiglia gelata da litro Leo. Seven Eleven a pochi passi. Antonio fa caldo!

Stazione7 / The Nest @ LeFenix Hotel
L'ambiente decisamente tranquillo permette di rifiatare. Rooftop all'ottavo piano il che permettere di ammirare lo skyline dal basso. Effetto ottico assolutamente interessante. Perfetto anche per una serata tranquilla. Rap commerciale agli onore... con batterista dal vivo casertano dall'occhio vitreo capace di rovinare il quadro pressoché perfetto. Padrona di casa di rara bellezza.
Consiglio barbuto: se alloggiate, come il sottoscritto nell'albergo che ospita il bar é il momento di doccia, panta colorato, camicetta aperta modello Billionaire, mocassino. Vitelloni in arrivo.

Stazione8 / Q Bar
Una roulette! Serate incredibili... serate penose... Il posto ha il suo perché anche se ne hanno ridotto la capacità. Aprendo l'ennesimo lounge bar... Prima su due piani distinti ed uno spettacolare privé ispirato all'architettura coloniale francese. Ormai aprono solo la terrazza che é un oasi di verde in mezzo al caos cittadino. Musica dal vivo e dj. Raffinato senza eccedere... Perché passarci? Leggete sotto e fidatevi del Barba!
Consiglio barbuto: dal loro sito "Promotions: 500bath (13/14 chf, ndr) Open Bar all night long". Dio esiste.

Stazione9 / Levels Club
Semplicemente LA discoteca dove andare... Ambiente curato, stile newyorkese con ampia terrazza esterna. Due sale a disposizione. I gusti musicali, soprattutto nella sala principale, sono abbastanza pessimi... i thailandesi metterebbero dei bassi a gogo anche su Halleluja di Leonard Cohen... ma ci si diverte sempre.
Consiglio barbuto: offerte da coma etilico... seguiteli su facebook. Se arrivate, solo alcuni giorni della settimana, in cinque prima delle 23:00 ti regalano... una maglietta? Acqua... Cinque birre? Fuochino... Degli shottini? Fuocherello... Cosa? Una bottiglia di vodka!  This is Sparta!

Stazione10 / Street Food - tempi supplementari
Uccidetevi di spiedini... gambero, pollo, maiale e manzo saranno i vostri alleati per il proseguio di serata. I migliori amici dell'uomo.
Consiglio barbuto: resistere, resistere e resistere. Ormai é l'alba!

Stazione11 / Sugar Club
Discoteca che continua a cambiare nome, design ed orario... ora sembrerebbe IL locale Rap del momento (almeno il venerdi con la regia del collettivo BKK Invaders). Ormai perso il controllo del proprio corpo meglio buttarsi sul Rap... mano in alto e faccia incazzosa. Per i più spregiudicati un po' di appoggio, stile pervertito da metropolitana, vecchia maniera. I said a hip hop, hippie to the hippie, the hip, hip a hop, and you don't stop!
Consiglio barbuto: arrivare un po' preparati vi aiuterebbe ad uscirne da campioni con le ragazze presenti. Come? Andate su hotflavor.blogspot.com. My man I.V.A.N, uno che ne sa qualcosa, vi ha preparato la pappa... dal 1974 a dopodomani. Too easy... too easy!

Stazione12 / Street Food - calci di rigore
Il classico fondo del barile... e non lo sto dicendo in senso figurato! Qualcuno ti offre una zuppa, chi uno spiedino, chi un insalata, chi un gatto, qui un gatto ripieno, chi un gatto ripieno con salsa alle cipolle e contorno di patate al rosmarino, chi trippa di triglia, chi acqua ragia (o radja come il ninja), chi una piadina "crudorucolasquaccherone" (ragazzi! Anch'io ho bevuto un qualcosina), chi del liquido della batteria di un tuk tuk,... insomma un qualcosa si rimedia sempre. Pulenta e ratt.
Consiglio barbuto: corri Forrest, corri! E non ti fermare!

Stazione13 / Sul viale del tramonto (forse dell'alba)
Passi lunghi e ben distesi. Mettete la pettorina, le puma chiodate e via verso l'hotel alla velocità di Usain... Prendete la via verso casa senza se e senza ma! Fatevi un'ultima volta tutta la via a piedi per rendervi conto che siete voi l'ultimo Highlander rimasto (e via di Who want to live forever di Mercuryana memoria e un caro saluto a Christopher). Il numero uno. The Last Man Standing!
Consiglio barbuto: per evitare bruciori di ogni tipo non vi consigliamo ne un Alka-Seltzer ne tantomeno di bere tanta acqua ma semplimente di non ascoltare il vostro ormone ingigantito e fuori controllo... Quella NON é una donna. Kinder sorpresa.

Stazione14 / Old German Restaurant
Ok! Mi immagino i commenti... Abbiamo seguito tutta la notte i consigli di Backpack and Beard e guarda i risultati... ora dovremmo andare a mangiare GERMANICO in Thailandia a 33° all'ombra? Ma sei scemo? No... ascoltate... ricetta per il day after... birra da mezzo Bitburger, partita di Bundesliga del Kaiserslautern, stinco di maiale, krauto bianco, purea di patate e due, ma abbondate pure fino a cinque, Dafalgan 1000. Portate il Dafalgan al resto ci pensano, come sempre, i tedeschi. Auf Wiedersehen Kopfschmerzen.
Consiglio barbuto: più che altro un'osservazione... se avete letto tutto dovete al vostro datore di lavoro almeno un paio di ore di stipendio. Ma... shhhhhhhhhh... sarà il nostro segreto.

Backpack and Beard... Bangkok, Thailand... Stay tuned!

Cheap Beers... Cheap Cocktails... Cheap Charlie!
Mo Money... Mo Problems... Levels Club!

venerdì 13 febbraio 2015

N.d.R. Ricchi e Poveri

Prima di partire, da amici e parenti, vagonate di "Guarda che giù stanno male",  "Guarda che ti vedono solo come un portafoglio" e "Staga attent che gan nagot" (ahhhh... il dialetto!). Vero! Anzi verissimo! Dopo essermi perso due volte in piena periferia, dove i soldi del turismo sfiorano soltanto l'economia locale, la gente non se la passa particolarmente bene (comincio a sentire un Fabio Volo crescere in me). Fogna a cielo aperto, quattro assi di legno coperti da eternit come dimora e rifiuti che neanche Napoli durante i mesi di sciopero. E il solito discorso "é incredibile... non hanno niente ma sorridono sempre" vale poco meno del gol di De Rossi nella notte del cappotto (purtroppo non si parla d'abbigliamento) di Manchester. Basta! Con qualche centinaio di bath in più, tre pasti decenti al giorno e un lavoro dignitoso farebbero anche le capriole alla Oba Oba Martins... altro che sorriso! Poi c'é  il rovescio della medaglia... L'utilizzo spropositato di magliette... ormai consumo più di una Ferrari 458 Speciale ovvero in media 24.7 litri di sudore ogni 100 metri mi porta a visitare l'H&M per vedere i prezzi e approfittare dell'aria condizionata (temperatura ambiente: inverno ad Lausanne in riva al Lemano con Bise che soffia sopra i 130km/ora). Tra una mutanda pitone oro firmata Cavalli, una tazza di caffé Chicco d'Oro come neanche al Bar Chiasso (Chicco d'Oro, Siam Paragorn, terzo piano) e un completo black on black firmato Giorgio Armani per la modica cifra di un paio di reni... ecco, nella foto, quello che si può comodamente acquistare... immagino mia madre: "Paoloooo... prendi carta e penna che andiamo a fare la spesa al Serfontana... allora... latte, burro, spinaci, carne trita per le lasagne (buono il Pad Thai però...), dentifricio, un po' di cotto, un po' di crudo, una bottiglia di rosso del Salento per tuo padre e una ROLLS ROYCE PHANTOM... scritto tutto?"

Backpack and Beard... Bangkok, Thailand... Stay tuned!

giovedì 12 febbraio 2015

Le Rubriche Barbute

Le rubriche fisse di Backpack and Beard... corte... ma caratteristiche!

High five
Quante volte tornando dalle vacanze vi siete imbattuti in quell'amico, fanatico di Guide du Routard e di Paesi che finiscono per "istan", tanto fastidioso quanto saccente? Spero che sei andato a vedere quello, quell'altro e quell'altro ancora? Hai visitato il tempio dei pitoni ballerini? Ma come? Era solo un trekking di 18 ore, durante la stagione dei monsoni e il dislivello di soli 13'400 metri... Come non hai provato il semolino di feci di pipistrello e alghe del Mekong? Ma come si fa? Turista... Backpack and Beard cercherà di darvi cinque cose facili da visitare... e una piccola chicca... chiaramente ricordando che "pigrizia sempre e comunque" é il nostro credo e "voglia da fann saltuma adoss" il nostro motto. Se poi l'amico... perché diavolo gli parliamo ancora... persiste nell'infastidirvi... beh... mandatelo a fanculistan!

N.d.R.
Le note di redazione. Piccoli pensieri, fastidi, aneddoti, incontri, cazzate,... insomma piccoli post-it della e dalla vita quotidiana. La terapia giusta, passaggio doloroso ma obbligato, per cercare di guarire dalla sindrome dello "status facebookiano compulsivo". Chiaramente appena comincio a scrivere sul senso profondo della vita, della paura della morte (anche se il fatto che ultimamente in Asia gli aerei cadono come mosche mi ci fa pensare un po') e delle relazioni uomini-donne-ladyboy (rispetto per i costumi locali) alla Fabio Volo potete inviarmi un paio sicari ceceni per ricordarmi, a colpi di rotule spappolate, l'idea di base del Blog. Al Bisa come per Backpack and Beard un solo minimo comun denominatore: keep it stüpid!

Radio Cronauer
Musica, semplicemente musica. Non c'é mai stato viaggio che non sia stato scandito da parole e da note... Quindi playlist dedicate ad un viaggio su di un treno notturno alla conquista del grande Nord, ad incontri inaspettati, alla nostalgia dei verdi campi di casa, ai momenti di solitudine, ai momento di delirio puro,... su questo grande carrozzone musicale ci sarà spazio per tutto e tutti... Nel Sole della potente ugola di Albano? Senza alcuna remora... Viola Valentino con le note anni ottanta di Comprami? L'abbiamo! N'Sync, Take That o Backstreet Boys? Perché limitarci? Passare da De Gregori e Guccini a Lady Gaga e le Las Ketchups... qua puoi! Ennio Morricone, Alice Cooper e i Lunapòp? Certo! Ma anche tanta qualità... Goooood Morning, Asia!

Backpack and Beard... Bangkok, Thailand... Stay tuned!

L'ufficio intinerante di Backpack and Beard

martedì 10 febbraio 2015

You talkin' to me? You talkin' to me? You talkin' to me?

Bangkok, il suo traffico, i suoi taxi e i suoi taxisti... appena arrivato a Bangkok c'é una sola cosa che tu possa fare: pregare che non sia l' ora di punta. Bene... é di lontano quello che é capitato al sottoscritto...

Un paio di mesi nel traffico della capitale thailandese (alla fine ho deciso di metterci sempre la lettera H) e la Stabio-Gaggiolo a Mendrisio Fox Town mattinale ti ricorderà una prateria deserta del New Mexico (un po' di Ennio Morricone farebbe al nostro caso, grazie). Primo taxi... primo taxista. Si presenta con il nome Kimi... alla Raikkonen, pilota finnico conosciuto per sorpassi, vittoria mondiale e amore verso birra e affini... nessun dubbio che i galloni per cotanto nome d'arte li abbia conquistati a forza di azioni illegali a cospetto delle leggi vigenti riguardo alla circolazione stradale e alle accelerazioni della sua Nissan gialloverde, adornata di immagini della famiglia reale, degne del retilineo del Nürburgring.

Non avendo stampato nessuna conferma della prenotazione dell'albergo perché tanto il turista 2.0 ha tutto in rete... geniale, moderno e giovane. Si... se solo non fosse che il mio tablet decide di aderire al Ku Klux Klan e non accettare reti wifi straniere... mi sono ritrovato a chiedere di portarmi in un luogo non ben precisato in Sukhmunvit Soi 21 che poi avrei, basandomi su di una memoria distrutta da anni di abusi alcolici, trovato l'ostello camminando... tanto Soi 21 sono solo 5 km di strada... C I N Q U E ! Risultato: lo zaino é passato dal pesare una quindicina di chili a più di trecentoventi (magliette e mutande che si sono trasformate in enormi sacchi di ghisa), il pantalone confrontato ai 33° si é trasformato in un leggins finto pelle tanto stretto nelle parti intime che neanche un'apprendista di Tally Wejil e per la prima volta in testa una voce mi domanda "ma cosa cazzo ci faccio io qui?".

Caldo, luoghi sconosciuti, fame e sete notoriamente ti fanno prendere scelte sbagliate cosi, grazie ad un instinto di sopravvivenza affinato da anni di puntate di Man vs Wild di Bear Grylls, decido d'andare a Soi11... Unica strada di cui conosco ogni centimetro, ogni bar, ogni hotel, ogni Seven Eleven (cerco sponsor, ndr), ogni discoteca, ogni ambulante, ogni salone mass... ok, non bisogna svelare proprio tutto... Quindi appago i miei bisogni primordiali con due piatti di Pad Thai (quando costa meno un franco a piatto nessun bisogno di scegliere tra gamberi e pollo) e un sacchetto di ananas fresco, tre birre gelate Leo e una visita ad un pub australiano di cui conosco la password wifi a memoria (freeaussie2012, ndr). Niente. Nulla funziona. Il tablet continuava a dare segni di razzismo. Trovo una mappa offline. La soluzione.

Secondo tentativo, secondo indirizzo (che non mi convinceva nonostante la mappa offline ne sembrava convinta) e secondo taxi... secondo taxista. Tale Bibo, segni del destino? Non ho capito il 99,9% di quello che mi ha detto... lo stesso vale per lui. Gli ho parlato della Valle di Muggio, della neve e del perché di questo viaggio. Simpatica chiaccherata tra sordi. 45 minuti di incroci presi d'assalto da ogni tipo di due ruote che avrebbero fatto urlare di gioia Guido Meda come neanche una sportellata all'interno del cavatappi di Rossi al Gibernau o allo Stoner di turno, d'autostrade sopraelevate dove vige la regola non scritta del "se lo fa Vin Diesel nella serie Fast Furious posso farlo anch'io", di palazzi e scritte in inglese che spariscono a favore di lavanderie in catapecchie di legno,... insomma la periferia. Periferia dove i tram non vanno avanti più, dove l'aria è popolare ed è più facile sognare che guardare in faccia la realtà (l'Eros nazionale... chi l'avrebbe mai immaginato). Ma almeno la meta é vicina... ma anche no! Stesso nome... diverso l'ostello... Dopo essermi seduto venti minuti in un bar/lavanderia, aver offerto una Pepsi all'ormai amico fraterno Bibo, essermi preso la quarta birra (quella della disperazione) e una serie di arrosticini e visitato brevemente il quartiere (ricordate lo zaino... sempre sulle mie fragili spalle)... sono tornato in Soi 21. Terzo taxi... terzo taxista. Di cui non so nulla tranne il fatto di aver spaccato uno specchietto retrovisore ad uno scooter e l'amore incondizionato per la musica degli Scooter. Sì, avete letto bene... S C O O T E R ! How much is the fish e Move your Ass prima di cadere in uno stato di semicatalessi... traffico, traffico e ancora traffico.

In pratica al punto di partenza... finalmente casa... finalmente vestiti puliti... finalmente air condition... finalmente doccia... finalmente letto.

Backpack and Beard... Bangkok, Thailand... Stay tuned!

Consiglio barbuto: 3 howw Hostel Sukhmunvit 21; nulla a che vedere con l'immagine classica dell'ostello. Pulito, moderno, giovane e con un tocco design. Personale organizzato, anglofono e sorridente. Consiglio, per 12 dollari, la formula "Capsule" (più d'intimità). Per backpackers con un'anima borghese...



lunedì 9 febbraio 2015

Io dico di no!

Io dico di no alla scarpa Salomon tecnica, ma in realtà dalla forma orribilmente ortopedica, e dalla grafica talmente triste da rendere People help the people di Birdy una botta di vita... Io dico di no al pantalone della Think Pink, che ogni maestro di ginna cool aveva (per i più pischelli tra voi la "ginna" é la versione anni ottanta dell'educazione fisica), che si trasforma in calzoncino dalla lunghezza imbarazzante stile completo adidas Roland Garros by Rafa Nadal... Io dico di no alla bandana (che diventa inevitabilmente turbante) tra i capelli, tre i colori; color della palta (per usare un termine appropiato alla mia innata classe), l'arancione vivo capace di far incazzare anche il più pacifico tra monaci buddisti o il verde "boascia" (chiedete ad un patrizio di Cabbio o Muggio il significato) con stampa "a cazzo" di varie divinità indù... Io dico di no al pantalone "cagass adoss" con stampe etniche stile intere famiglie di elefanti o tartarughe giganti delle sperdute Galapagos... Io dico di no alla calza bianca in spugna rigorosamente tarocca della Reebok o in alternativa, solo per veri eroi, della Fila comperata contrattando senza la minima possibilità di successo, anzi vi ritroverete in possesso di una confezione famiglia di Cialis o Viagra (in verità delle banali Tic Tac) e quattro portafogli Luì Vittòn (risposta asiatica alla maison francese), alla prima bancarella di un qualsiasi night market asiatico... Io dico di no alla canotta della Foster's per due motivi, non sono australiano (comunque non è perchè sono svizzero che vado in giro con la canotta della Feldschlössen per sentimento patriottico) e soprattutto perchè la canotta non ama i paffutelli come il sottoscritto dato che l'effetto fantozziano di birra, spago al pomodoro e partita degli azzurri é sempre in agguato... Io dico di no all'infradito o, alternativa terzomondialista, sandalo in vera pelle, so che tra i miei più cari amici ci sono degli adepti, ma sento l'odore della vera pelle mischiarsi al naturale sudore dei 33° gradi di puro calore, lo smog che solo una capitale asiatica sa generare e ai 170% d'umidità di thailandese (non so mai se la h la devo mettere o meno) memoria... Io dico di no alla giacchetta tecnica della Mammut perchè, l'utilizzatore romando residente in luoghi come Mont-sur-Rolle o Le Sentier ci insegna, si inizia con una giacca a vento "perchè può sempre servire durante il viaggio" e dopo poco più di otto mesi ti trovi nell'armadio sei giacche comprendenti una paletta climatica e metereologica che va dal caldo del deserto d'Atacama al gelo della steppa innevata della ridente Yakutsk, tre pail (ho cercato in google come diavolo si scrivesse) che sono sempre comodi per lavorare in giardino per poi accorgerti di non avere neanche un balcone e che il tuo benjamin ficus é più secco delle terre d'Egitto nel periodo delle piaghe bibliche, otto paia di calzettoni misto lana di muflone scozzese ed d'alpaca andino, sette cuffie identiche nere con logo Mammut rosso fuoco (a Losanna girano solo quelle), una dozzina di tenute termiche full body utili solo se si ha l'intenzione di conquistare i 8692,20 metri del K2 in compagnia di quella sagoma d'un Reinhold Messner (nella vostra testa già é partito lo spot... altissima... purissima...) e una serie d'oggettistica che non sapevi nenche che potesse esistere e a cosa possa servire... Io dico di no... no... no... e NO!!! Sono un backpackers ma ho la mia dignità!

Sfogo e problemi di un turista da panta colorato, maglietta collo V bianca, occhialata pop con lente a specchio della RayBan (se avete pensato ai vostri Carrera da combattimento dovreste smetterla con le due settimane ad agosto a Mykonos... un minimo d'amore per voi stessi ce l'avrete pure) e ai piedi superghina in tela blu notte confrontato con la preparazione del suo maledetto compagno di viaggio. Lo zaino.

Backpack and Beard... Morbio Superiore, Svizzera... Stay tuned!

N.B.: partenza da Milano prevista tra esattamente 13 ore e ancora lo zaino non è fatto e mancano all'appello un paio di scarpe, una mantellina per la pioggia e chissà cos'altro...

giovedì 5 febbraio 2015

To Blog, or not to Blog

Siamo alle solite! Mamma mia che difficoltà per arrivare ad una decisione... all'inizio volevo farlo... ma forse no... a chi vuoi che gliene frega... poi te lo chiede una bella biondina... poi un amico... ti dici perché no... si... no... no... si... ma ora lo ammetto... mi fa sentire veramente cool il fatto d'avere un blog tutto mio! Ma la realtà è un'altra... non nascondiamoci dietro un dito... c'è blog e blog. Il mio non sarà mai nulla di più di un onesto diario di viaggio con qualche foto, sapientemente instagrammata, buttata qua e là... la gelosia tra noi blogger è una brutta bestia!

Adorerei scrivere dal mio Loft di 320m2 a Buschwick, perché ormai Williamsburg é di un borghese atroce, sulle nuove tendenze della moda... dalla scarpa pitonata lucida senza calzino alla Pharell con pantalone a pinocchietto finto velluto a coste rigorosamente color senape... al fatto che il look Hipster... composto da maglioni lunghi con stampe geometriche buttate secondo lo stile "a cazzo", pantaloni talmente stretti che ti risucchiano i genitali ad altezza ombelico, grandi cuffie in lana con cervo stampato portate a ferragosto lasciando trasparire frange emo che ormai neanche i fan della prima ora dei gemelli dei Tokyo Hotel e ai piedi vecchie Nike (vai ad intuito visto che il logo é sparito nel 1998 in concomitanza con l'ultimo tiro di Jordan in faccia ai Jazz) senza suola e senza dignità distrutte da 30 anni di degrado e 12 proprietari... ormai tutto fuori moda. O meglio ancora un blog con temi ultrageek stile "come far rispondere alle tue domande, in sole 167 semplici tappe, in codice morse, rutti e bestemmie il sistema vocale Siri di Apple" o "come installare in maniera elementare il gioco SuperMario Kart del Supernintendo, versione per il mercato giapponese del 1992, sul tuo tablet Android bypassando la sicurezza del satellite russo Urosava VI non più funzionante dalla fine della guerra fredda (video tutorial di 6 ore e 43 minuti in finlandese con sottotitoli non sincronizzati in tedesco".

Poi navighi un po' e ti rendi conto che alla fine nel panorama dei blog rischi di uscirne anche bene... ci sono quelli messi peggio di me... la pensionata, Ella Mary Smith, da Bogalusa profonda Louisiana (se vai a verificare se esista o meno sappi che ti voglio bene) che, dopo un corso d'informatica seguito alla parrocchia pentecostale del quartiere dove canta nel coro gospel (adoro gli stereotipi in salsa dirty south), ci insegna come preparare 13'567 varietà di zuppa Gumbo a base di okra (cercatevelo su Wikipedia), salsiccia e frutti di mare... o quello della casalinga di mezza età da Guasticce, provincia di Livorno (vale lo stesso discorso di sopra), che riempie il proprio blog, Facebook, Instagram, Twitter, Tinder, Snapshot, Linkdl, Chatroulette, YouTube, YouPorn, Porntube, XnXX (si bravi... fate la faccia sorpresa... sapete benissimo di cosa parlo), Bebo, MySpace, Classmates, Flixster, MyHeritage, Google+ e se trova il tuo numero di telefono aspettati SMS, MMS e Whatsapp con foto dei suoi amati 17 gatti rigorosamente di razza Sphynz (che provoca ansia solo a guardarlo)... Della serie "Farsela una cazzo de vita, noooo?!"

Ecco... dopo aver infastidito per anni più di 500 persone sui muri, di blu dipinti, del Signor Zuckenberg, causa la mia sindrome, diagnosticata e in parte curata, "bisogno di nuovo status compulsivo" ho deciso, in concomitanza con il viaggio in terra asiatica, di aprire questo blog. Il Myanmar delle pagode (pagoRe direbbe un amico) dorate, delle linee aeree anni settanta e del coprifuoco tecnico (tutto spento alle 23:00)... La Thailandia del mare cristallino, della versione tutta loro del Ping Pong e del whisky con retrogusto di fango servito in secchielli di plastica una volta dedicati ai più piccoli... Il Laos del "cerca di starci un po' di tempo che non c'è niente d'interessante" (?!), del Grande Mekong e dei trekking che mai e poi mai farò... Il Vietnam dell'Università francovietnamita, della crociera ad Halong Bay dei fratelli Ravasi e dei completi su misura a poco più di un niente... La Cambogia dei mille templi di Ankor Wat, della settimana di relax in bungalow vista mare e del pepe di Kampot utilizzato come botanico per vari gin del mondo intero (strizzo l'occhio agli amici del Gin Club Ticino, adosss!)... Racconterò, alla mia maniera, tutto quello che d'imprevedibile succederà...

Backpack and Beard... Morbio Superiore, Svizzera... Stay tuned!

P.S.: forse sono andato un po' lungo...


http://en.m.wikipedia.org/wiki/Bogalusa,_Louisiana