venerdì 27 febbraio 2015

Highway to Hell

Per meglio farvi capire la situazione cercherò di trovare un esempio nostrano... Bene, vi trovate alla stazione FFS di Capolago - Riva San Vitale. Dovete andare a Melano. A piedi neanche per sbaglio. Il treno non passa prima di un'oretta. Come al solito nessun taxi all'orizzonte. La mamma ti ha sempre detto che l'autostop é un'alternativa piena d'insidie. Non ti resta la soluzione bus, che nella versione birmana si traduce in vecchi pickup di fabbricazione coreana con collage d'autocollanti anni 80 e 90 (ho visto sia uno Smile che uno della Polini, sul secondo non sono proprio sicurisdimo), due panche sul retro e poco spazio vitale. Panche che durante la nostra permanenza ha ospitato: tre monaci d'arancione vestiti, sei casalinghe (di cui un paio aldilà del peso che determina l'obesità secondo l'Ente Mondiale della Sanità), una madre con figlio che é stato messo in braccio a chiunque, un paio di nonne filiformi, un integralista del gruppo Boko Haram, un'avvenente trentenne (pareri discordanti a riguardo), quintali di merce varia sul tetto e due turisti con l'aria perplessa. Noi. Tutti nello stesso momento. Ma torniamo a Capolago... Arriva un ragazzo simpatico, dal sorriso sfondato da anni di betel*, che ti chiede dove vai... Melano gli rispondi. Ok. Sono poi solo qualche chilometro. Perfetto. Un solo franco per il corto tragitto. Ci sta. Accettiamo. Perfetto? Mica tanto. La tua Melano diventa la sua Milano. I chilometri diventano interminabili. E ora che te ne rendi conto, visto che nessuno parla minimamente la tua lingua, ti trovi abbandonato al bordo dell'autostrada all'altezza di Saronno. Decidi, dopo una serie di preghiere che neanche una perpetua durante un funerale, d'attraversare a corsa le sei corsie dell'autostrada. Un po' come decidere di attraversare il circuito di Sepang durante una tappa del MotoGP... Autostop... scusami madre... ci rimorchia un tamarro di periferia gentilissimo... si torna alla casella di partenza. A Capolago... anzi a Mandalay.

Capitolo autostrade (eufemismo) birmane, due le cose da ritenere. La prima é che l'autogrill birmano mi é sprovvisto di rustichella e del cofanetto Best of Italy (Pupo, Toto Cotugno, Bobby Solo, Umberto Tozzi,...) ma in cambio presenta riso in bianco e coscia di pollo (dal strano retrogusto di Golden Retriver, ndr) e bottiglioni di plastica riempite di miscela per tosaerbe. La seconda, sensibilmente più positiva, é che le più belle ragazze birmane lavorano al casello. Insomma... se nella vicina penisola italica l'aspirazione massima legata alla bellezza si chiama Miss Italia o Veline da queste parti, che si bada al sodo, si punta ad un impiego statale al casello autostradale. Le autostrade o strade a lunga percorrenza non sono altro che strisce di cemento che tagliano la campagna circostante in modo irregolare. Tutta una curva. Sacchetti per il vomito a dozzine nei minibus. Si viaggia di preferenza al centro della dissestata carreggiata evitando i frontali con gli altri attori della strada. Vige la legge della jungla. Camion cisterna, veicoli militari di ogni genere, bus a lunga percorrenza, minibus VIP lanciati a 200km/h per turisti, auto di ogni genere, trattori, scooter carretti trainati da cavalli, carretti trainati da buoi, carretti trainati da bipedi, vacche, cani e pedoni. Pedoni che valgono quanto le zanzare nella piramide alimentare. Livello minimo di patente richiesto per guidare su questo tipo di strade "Sebastian Loeb". Clacson sempre nella modalità On. Freno utilizzato meno che nel primo Burnout per Playstation2. A tutto gas. Come proiettili.

Per le lunghe percorrenze perché non affidarsi a una compagnia di trasporto birmana? Il pullman sulla pubblicità sembra appena uscito da una fabbrica tedesca. Bello, comodo e nuovo. Brutto, scomodo e vecchio nella realtà. Cominciamo con un paio di note riguardanti le scelte a livello di design: lo stile che si é scelto per l'arredamento é Bollywood. Quindi tinte che vanno dal giallo ocra al rosso fuoco... dal viola mirtillo al verde ramarro. Pugno allo stomaco. Sul parabrezza immagini sacre come non ho visto neanche nei monasteri visitati a Bagan. Speriamo che almeno servano. Toccatina ai genitali obbligatoria. Per chi fosse mai stato in Myanmar sa dell'amore viscerale che questo popolo ha per l'utilizzo del led. Soffitto del bus illuminato a tinte blu, rosa e verde. Welcome to the Disco. É il 1987. Solo per voi Sandyyyyy Mmmmmarton! People from Ibiza! Come intrattenimento un televisore di dimensioni cinematografiche. Calcolato non in pollici ma in ettari. A volumi che ricordano la Discoteca Titanic saletta Trance, passano osceni video musicali birmani con testo per il karaoke... e la gente canticchia. Ora immaginatevi di fare un Chiasso - Reggio Calabria con un televisore che vi spara a tutto volume i migliori successi di Raf ma in una lingua a voi sconosciuta. E tutti intorno a voi cantano allegramento. Ho bisogno di grappa nostrana! Per contrastarla: cuffie e un misto di gabber e hardstyle a tutto volume. Myanmar Terror Corpse!

Nel momento in cui vi sto scrivendo sono su di un bus in direzione Yangon. 12 ore di viaggio mi attendono. Nightbus. Un classico. Perfetto. Di notte. Dormi. Ti passa. Dicevano... A parte i due problemi tecnici che fanno si che non ho l'aria condizionata e che alla tele passano i soliti video musicali di cui sopra, ci si é messa la cabala... la sfortuna... la rogna... la sfiga! Potevo scegliere tra il posto 28 o 29... Il 28 coté finestrino, sedile inspiegabilmente largo, una turista cinese carina come vicina (ammetto di averla tampinata sul pickup che ci ha portato al bus e lei al "your beard is very sexy" posso dire che apprezzava) e con una bimba davanti che dorme già allegramente. Il 29 é sul corridoio pieno di merce varia, stretto come neanche un seggiolone Chicco 0-4 anni, come vicino un operaio birmano (ha il casco giallo da cantiere, safety first) che ha appena finito il turno di 78 ore sotto il sole birmano e che é già appoggiato alla mia spalla sinistra (noto ora che la sua mano destra ha sei dita, ndr) e davanti la solita turista francese (dotata di seno prosperoso) che pur non dormendo a completamente abbassato il sedile praticamente sul mio villoso petto. Mentre lei si legge, grazie alla fastidiosissima lampada frontale, la sua francesissima Guide de Routard io ho ginocchia e testicoli ad altezza gola. Sì, ho scelto il numero 29! Maledetto! Dai... metto su il greatest hits di Michael Bolton e provo a dormire in posizione "contorsionista cinese". Circo Imperiale Bejing.

Consiglio barbuto: se dovete andare da Mandalay a Inle Lake valutate l'opzione minibus vip. Per chi sentisse la mancanza delle nostre valli. Il panorama cambia radicalmente con l'avvicinarsi delle montagne dello Stato di Shan. Stato conosciuto come secondo più grande esportatore mondiale di oppio con le conseguenti violenze tra esercito regolare e gruppi paramilitari al soldo dei signori della droga. Da qui il divieto per i soli turisti d'attraversarne una parte, quella che porta al confine nord con la Thailandia. Comunque militari o meno la morte vi attende impaziente dopo ogni tornante, preso inconsciamente a velocità supersonica, sotto forma di frontale con vecchio camion cisterna di fabbricazione made in China. Siamo tutti nelle mani di Buddha.

Backpack and beard... Somewhere on the Highway, Shan State... Stay tuned!

*betel: una pratica molto diffusa in Myanmar. Foglie, tabacco,... dovrebbe avere l'effetto di "metterti le ali", la verità é che cominci a sputare come un lama del liquido rosso fuoco e ti rovina la dentatura come neanche 20 anni di eroina. Astenersi, please.

Voglia di stringersi un po'...

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