martedì 10 febbraio 2015

You talkin' to me? You talkin' to me? You talkin' to me?

Bangkok, il suo traffico, i suoi taxi e i suoi taxisti... appena arrivato a Bangkok c'é una sola cosa che tu possa fare: pregare che non sia l' ora di punta. Bene... é di lontano quello che é capitato al sottoscritto...

Un paio di mesi nel traffico della capitale thailandese (alla fine ho deciso di metterci sempre la lettera H) e la Stabio-Gaggiolo a Mendrisio Fox Town mattinale ti ricorderà una prateria deserta del New Mexico (un po' di Ennio Morricone farebbe al nostro caso, grazie). Primo taxi... primo taxista. Si presenta con il nome Kimi... alla Raikkonen, pilota finnico conosciuto per sorpassi, vittoria mondiale e amore verso birra e affini... nessun dubbio che i galloni per cotanto nome d'arte li abbia conquistati a forza di azioni illegali a cospetto delle leggi vigenti riguardo alla circolazione stradale e alle accelerazioni della sua Nissan gialloverde, adornata di immagini della famiglia reale, degne del retilineo del Nürburgring.

Non avendo stampato nessuna conferma della prenotazione dell'albergo perché tanto il turista 2.0 ha tutto in rete... geniale, moderno e giovane. Si... se solo non fosse che il mio tablet decide di aderire al Ku Klux Klan e non accettare reti wifi straniere... mi sono ritrovato a chiedere di portarmi in un luogo non ben precisato in Sukhmunvit Soi 21 che poi avrei, basandomi su di una memoria distrutta da anni di abusi alcolici, trovato l'ostello camminando... tanto Soi 21 sono solo 5 km di strada... C I N Q U E ! Risultato: lo zaino é passato dal pesare una quindicina di chili a più di trecentoventi (magliette e mutande che si sono trasformate in enormi sacchi di ghisa), il pantalone confrontato ai 33° si é trasformato in un leggins finto pelle tanto stretto nelle parti intime che neanche un'apprendista di Tally Wejil e per la prima volta in testa una voce mi domanda "ma cosa cazzo ci faccio io qui?".

Caldo, luoghi sconosciuti, fame e sete notoriamente ti fanno prendere scelte sbagliate cosi, grazie ad un instinto di sopravvivenza affinato da anni di puntate di Man vs Wild di Bear Grylls, decido d'andare a Soi11... Unica strada di cui conosco ogni centimetro, ogni bar, ogni hotel, ogni Seven Eleven (cerco sponsor, ndr), ogni discoteca, ogni ambulante, ogni salone mass... ok, non bisogna svelare proprio tutto... Quindi appago i miei bisogni primordiali con due piatti di Pad Thai (quando costa meno un franco a piatto nessun bisogno di scegliere tra gamberi e pollo) e un sacchetto di ananas fresco, tre birre gelate Leo e una visita ad un pub australiano di cui conosco la password wifi a memoria (freeaussie2012, ndr). Niente. Nulla funziona. Il tablet continuava a dare segni di razzismo. Trovo una mappa offline. La soluzione.

Secondo tentativo, secondo indirizzo (che non mi convinceva nonostante la mappa offline ne sembrava convinta) e secondo taxi... secondo taxista. Tale Bibo, segni del destino? Non ho capito il 99,9% di quello che mi ha detto... lo stesso vale per lui. Gli ho parlato della Valle di Muggio, della neve e del perché di questo viaggio. Simpatica chiaccherata tra sordi. 45 minuti di incroci presi d'assalto da ogni tipo di due ruote che avrebbero fatto urlare di gioia Guido Meda come neanche una sportellata all'interno del cavatappi di Rossi al Gibernau o allo Stoner di turno, d'autostrade sopraelevate dove vige la regola non scritta del "se lo fa Vin Diesel nella serie Fast Furious posso farlo anch'io", di palazzi e scritte in inglese che spariscono a favore di lavanderie in catapecchie di legno,... insomma la periferia. Periferia dove i tram non vanno avanti più, dove l'aria è popolare ed è più facile sognare che guardare in faccia la realtà (l'Eros nazionale... chi l'avrebbe mai immaginato). Ma almeno la meta é vicina... ma anche no! Stesso nome... diverso l'ostello... Dopo essermi seduto venti minuti in un bar/lavanderia, aver offerto una Pepsi all'ormai amico fraterno Bibo, essermi preso la quarta birra (quella della disperazione) e una serie di arrosticini e visitato brevemente il quartiere (ricordate lo zaino... sempre sulle mie fragili spalle)... sono tornato in Soi 21. Terzo taxi... terzo taxista. Di cui non so nulla tranne il fatto di aver spaccato uno specchietto retrovisore ad uno scooter e l'amore incondizionato per la musica degli Scooter. Sì, avete letto bene... S C O O T E R ! How much is the fish e Move your Ass prima di cadere in uno stato di semicatalessi... traffico, traffico e ancora traffico.

In pratica al punto di partenza... finalmente casa... finalmente vestiti puliti... finalmente air condition... finalmente doccia... finalmente letto.

Backpack and Beard... Bangkok, Thailand... Stay tuned!

Consiglio barbuto: 3 howw Hostel Sukhmunvit 21; nulla a che vedere con l'immagine classica dell'ostello. Pulito, moderno, giovane e con un tocco design. Personale organizzato, anglofono e sorridente. Consiglio, per 12 dollari, la formula "Capsule" (più d'intimità). Per backpackers con un'anima borghese...



3 commenti:

  1. Questo blog mi crea già dipendenza! Bravo Paul!
    Cri - Shannon

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  2. Grazie mille Cri... in effetti mi sto divertendo nel farlo. Speriamo di continuare ad averne la voglia che tra un paio di giorni si comincia sul serio...
    Backpack and Beard... Stay tuned!

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